La scoperta del luogo esatto
Era da qualche anno che, da due archivi storici, avevamo osservato le foto di un bellissimo edificio in legno denominato “Villa Gaby”, ma purtroppo non se ne conosceva l’esatta ubicazione. La didascalia di una delle due foto riportava come località il monte Malvuerich, ma non eravamo mai riusciti a identificare il luogo esatto.
È durante una giornata di manutenzione al parco tematico della Grande Guerra di Pontebba, nello specifico nei pressi del lotto “In treue fest” (chiamato da noi in questo modo per la presenza di una targa in marmo riportante questo motto che significa “Saldo nella fedeltà”, realizzato nel 1916-17 dai soldati del 149° Battaglione Landsturm per il comandante Živić), che iniziamo a ipotizzare che il ripiano di baracca che avevamo ripulito poteva essere proprio quello di Villa Gaby. Dopo aver scattato alcune foto, decidiamo di confrontarle con quelle d’epoca, ed è proprio così che l’ipotesi si rivela fondata. Un breve raffronto con le rocce sullo sfondo è stato sufficiente per chiarire ogni dubbio.
Decidiamo così di dare maggiore importanza al luogo cercando di valorizzare il sito; purtroppo però, nell’agosto del 2020, una forte pioggia distrugge per la quasi totalità il ripiano del comando e il sentiero di accesso al sito. Di conseguenza, siamo stati costretti a chiudere l’intero lotto, inaugurato nel 2017, per inagibilità.
È il 2022 quando, durante alcune ricerche sul web, troviamo in vendita alcune foto tra cui due immagini dello stesso comando. Questa volta la didascalia riporta il testo: “Comando presso il settore del Bombaschgraben”. Decidiamo di reperirle assieme alle foto di un posto di primo soccorso che era situato a pochi metri dall’attuale strada per Passo Pramollo, non lontano dal comando. Spinti dall’entusiasmo, iniziamo a ragionare su come poter ripristinare questo prezioso sito, grazie anche alla presenza delle numerose foto che stavamo recuperando. Nello stesso anno, troviamo nell’album di un collezionista di Hermagor un’ulteriore fotografia della villa, scattata però durante i primi mesi di guerra. È così che in poco tempo abbiamo sotto mano ben sette foto dell’edificio!
La prima baracca ufficiali realizzata nel 1915
Nei primi anni 2000 la targa in marmo bianco dedicata al Capitano Živić viene trafugata. Fortunatamente, l’appassionato di storia locale e socio del Gruppo Ricerche e studi Grande Guerra di Trieste, Azzola Flavio, ha scattato una preziosa foto all’iscrizione prima che venisse asportata da mani ignote. Questa foto è stata per noi fondamentale per la realizzazione di una copia fedele all’originale. Nel 2017, in occasione dell’inaugurazione di questo lotto del parco tematico, viene applicata la nuova targa. Anche i caratteri, il materiale (ovvero marmo bianco) e le dimensioni saranno identiche all’originale.
L’ iscrizione originale e la copia realizzata nel 2017
Archivio fotografico
Attualmente abbiamo reperito sette foto d’epoca inerenti al comando. Come già scritto, la collaborazione con appassionati di storia locale e collezionisti di materiale cartaceo è stata fondamentale per l’individuazione del luogo. Analizzando le foto disponibili, abbiamo potuto notare che l’edificio è stato modificato e migliorato tre volte durante i tre anni di permanenza dei reparti in linea.
Dalla prima foto scattata nel 1915 alle pendici del comando si può notare che ancora non era stata realizzata la piccola cavernetta e nemmeno vi era stata posta la targa in marmo. Nei mesi successivi la struttura a monte è stata modificata per essere adibita a centrale telefonica. Anche la tabella “Villa Gaby” posta all’esterno dell’edificio è stata modificata tre volte.
In molte occasioni le baracche costruite venivano rinominate con nomi appartenuti a persone care e familiari per gli ufficiali. È probabile che Gaby sia stata una persona vicina a Živić o al capitano Holzer.
A ottobre del 1917, con lo spostamento del fronte avvenuto dopo la dodicesima battaglia dell’Isonzo, anche Villa Gaby smette di esercitare la sua funzione; pertanto inizia lo smantellamento dell’edificio. Dalla foto scattata tra il 1917 e il 1918 si può notare la mancanza degli infissi e delle parti principali, tra cui la stufa, dato che non si nota più il camino sbucare dal tetto.
Continuando ad analizzare le immagini d’epoca, notiamo un ufficiale in posa davanti alla Villa. Il Maggiore, distinguibile dalle mostrine sul bavero, è presente su tre foto scattate tra il 1916 e il 1917. In questo periodo, l’unico Maggiore presente nel Bombaschgraben risulta essere proprio Živić, il capitano del 149° Battaglione Landsturm, poi Maggiore del sottosettore Monte Bruca.
I Primi interventi
Dopo alcuni sopralluoghi e con molto desiderio di rendere fruibile il sito, nella primavera del 2024 iniziano i lavori di consolidamento del ripiano di Villa Gaby, non prima di aver ripristinato il vecchio sentiero di accesso. Nel frattempo abbiamo individuato il luogo esatto del ripiano adibito a posto di primo soccorso e, vista la vicinanza con il manto stradale, abbiamo deciso di realizzare un sentiero di accesso al comando passando proprio da questo sito. È possibile così raggiungere questo lotto in breve tempo parcheggiando l’auto in una piccola piazzola di sosta lungo la provinciale. Il nuovo lotto è inoltre collegato con il sentiero principale del parco tematico, andando così ad ampliare il percorso e ad arricchendolo di ben due nuovi siti. I lavori di ripristino del ripiano sono andati avanti per tutto il 2024 e i primi mesi del 2025 grazie ai volontari dell’associazione e agli alpini della sezione A.N.A. dei Rizzi di Udine.
La scoperta del muro d’epoca
Dalle foto d’epoca sapevamo esserci un grande muro di contenimento sul lato destro dell’edificio più alto della Villa, adibito a centrale telefonica. Viste le condizioni del sito, avevamo ipotizzato fosse crollato dopo oltre un secolo. Di lui rimaneva una traccia a ridosso del rio situato più a nord. È proprio durante l’ultima giornata di lavori di consolidamento del ripiano e mentre si stavano recuperando alcune pietre dal rivolo che è emerso un frammento di cemento.
Gradino in cemento, pavimento e scolo d’acqua a ridosso del muro
Abbiamo deciso così di riportare alla luce questo manufatto senza conoscerne il suo utilizzo. Dopo pochi minuti è risultato essere un gradino. Dalle foto d’epoca però non eravamo riusciti a identificarlo e ritrovare la sua esatta ubicazione. È bastato poco tempo per ritrovare a pochi centimetri di distanza un lungo basamento di cemento e un secondo gradino interrato con uno scolo d’acqua rivolto verso il rio. Continuando lo scavo verso monte è riemerso, dietro un secondo scolo d’acqua, l’antico muro di Villa Gaby. Dopo aver ripulito il sito abbiamo intuito fosse stata la latrina del comando vista la presenza degli scarichi e la distanza dall’edificio.
La vasca per l’acqua
È con il secondo giorno che è emersa la testimonianza più importante. Continuando a seguire il vecchio muro, rimasto incredibilmente intatto per la quasi totalità, a qualche decina di centimetri dalla latrina è tornata alla luce una bellissima vasca per la raccolta d’acqua piovana. Realizzata con alcune pietre scolpite, era dotata di uno scarico per il troppo pieno e di un tombino con grata metallica in prossimità dello scarico della latrina. Questo manufatto probabilmente veniva utilizzato dagli ufficiali del comando per l’igiene personale.
Vasca per l’acqua e tombino/scolo rimovibile al momento del rinvenimento
Continuando a rimuovere il materiale depositatosi sul ripiano è continuato a riemergere il vecchio muro fino a che questo non piegava verso monte. Questo dettaglio è stato fondamentale per confermare che il comando era situato proprio in questo luogo. Era possibile così confrontare perfettamente le foto d’epoca. Questo angolo di muro era stato realizzato per poter sorreggere la scala di legno che conduceva al primo piano della centrale telefonica.
I ritrovamenti
Durante il ripristino del sito abbiamo rinvenuto alcune testimonianze storiche, in particolare a ridosso della vasca per l’acqua e il basamento di Villa Gaby. Sono stati ritrovati numerosi frammenti di mattoni marchiati 10Ak, utilizzati probabilmente come fondamenta dell’edificio, frammenti di vetro di finestra, numerose tracce di carta catramata utilizzata come isolante, resti di stufa di maiolica decorata, numerose tracce di tavolame utilizzato anche nelle canalette di scolo per l’acqua ai piedi del vecchio muro. Nel punto dove era presente il giardino della baracca e il pendio sottostante abbiamo rinvenuto alcuni bottoni da giubba austriaca, fibbie da tascapane e zaino, shrapnel in piombo di vari calibri, bossoli d’ottone per munizionamento austriaco, un tappo in alluminio per vasetto con impressa l’aquila bicipite. In prossimità del giardino, dello scolo d’acqua della latrina e del pendio sono stati ritrovati molti mattoni e frammenti di mattoni refrattari utilizzati come delimitazione tra il piano di calpestio e il giardino. Gli stessi mattoni sono visibili in foto.
A gennaio 2025, sopra il muro ove all’epoca si trovava l’ingresso per la centrale telefonica, è stata trovata una mensola in marmo grigio carnico, utilizzata probabilmente come parte decorativa tra l’orologio e la tabella della centrale telefonica.
Mattoni marchiati 10AK e carta catramata nel basamento di Villa Gaby
Mattoni di stufa in maiolica, mensola in marmo, e tavola rinvenuti in prossimità di Villa Gaby
Inquadramento storico
Il 149° battaglione Landsturm, l’equivalente italiano della milizia territoriale, risulta essere dislocato nel settore del Bombaschgraben dalla metà del 1916 all’ottobre del 1917. Posiziona la terza e la quarta compagnia nelle postazioni dell’attuale parco tematico. Il comando di linea di queste due compagnie è situato presso Villa Gaby ed è comandato dall’Hauptmann Holzer. Alle sue dipendenze sono presenti ben 6 mitragliatrici dislocate tra le pendici del monte Cervo e il vallone del rio Bombaso. La prima compagnia dello stesso Battaglione è situata nei pressi del Monte Brizzia, Cucuzzolo Scalzer e Auria. Sullo Scalzer vi si trova con mezza 1ª Compagnia e due mitragliatrici, sul Brizzia si trova con un quarto della prima compagnia. Sull’Auria, promontorio a nord della chiesetta del Calvario, è posizionato un quarto della prima compagnia con 4 mitragliatrici in uso da parte del 151° battaglione Landsturm che nel Gruppo Nassfeld presidia gran parte delle postazioni di prima linea. La seconda compagnia è dislocata invece tra la Planja e il monte Cit, entrambi monti situati a nord dell’abitato di San Leopoldo.
Questi luoghi fanno parte dell’Unterabschnitt Brückenkopfe (sottosettore Monte Bruca). I suoi comandi sono posizionati a nord del Monte Bruca (loc. la Buca – malga For) e dipendono dal Maggiore Živić. Il sottosettore Monte Bruca, assieme al sottosettore malga Tratten, vanno a comporre il Gruppo Nassfeld con comando nei pressi di Malga Watschiger.
Nel Bombaschgraben, gli uomini del Battaglione 149 realizzano quattro iscrizioni: due visibili lungo il parco tematico nei pressi di Villa Gaby e in prossimità di una sorgente, una situata lungo la trincea di prima linea sulle pendici del Cervo e recentemente scoperta, e una murata sulla parete di una casa a sud del parcheggio principale del parco tematico. La targa realizzata in marmo bianco posizionata sopra la sorgente nei pressi della vecchia strada che conduceva a Passo Pramollo e chiamata Kraselstrasse viene realizzata dalla 4ª Compagnia del 149° Battaglione e riporta una poesia dedicata alla sorgente stessa:
“Tu sorgente, incastonata da mano di guerriero, disseta il viandante in terra di Carinzia”. Nei pressi di questa sorgente era anche posizionato un piccolo cimitero, anche se al momento non siamo riusciti a identificare l’esatta ubicazione. Si può ipotizzare la sua vicinanza con la sorgente grazie a un frammento di diario scritto da Josef Aichinger, che nel 1918 visita queste postazioni: “Mi dirigo da Pontafel lungo il Rio Pontebbana, che fungeva da confine, fino all’imboccatura del Rio Bombaso e seguendolo continuo la mia via.[…]Il fosso si restringe e diventa roccioso e ciò aveva permesso la costruzione di postazioni fisse che si estendono attraverso il rio e da entrambi i lati sui declivi, e sulla riva sinistra sono completamente incassante nella roccia, in modo da ostruire completamente il fossato. Alcune tombe, tra le quali quella di un diciassettenne del Pinzgau, dimostrano che anche qui si era combattuto.
Quindi seguono alcuni ripari ed una sorgente con sopra una targa che dice: «Tu sorgente, incastonata da mano di guerriero, disseta il viandante in terra di Carinzia!» Un cartello recita: «Sentiero riconosciuto dal nemico!” *
Aichinger Josef, LE ALPI GIULIE E CARNICHE DURANTE LA GRANDE GUERRA, Edizioni Saisera, Udine 2004.
Attualmente i caduti che all’epoca si trovavano in questo luogo sono sepolti nel cimitero di San Antonio presso Pontafel. In questo luogo erano presenti cinque tombe come risulta dalle foto d’epoca. Due di queste sepolture accoglievano le salme di Kahler Albin e Polisćak Vincenz, entrambi del 153° Battaglione Landsturm, deceduti il 9 e il 10 maggio 1916, poco prima dell’arrivo del 149°.
Questo reparto, oltre a realizzare le importanti testimonianze descritte fino ad ora, si occupa di rafforzare le postazioni già esistenti e migliorare i ricoveri e baraccamenti come si evince dalle foto relative al comando. Attualmente dei comandanti Holzer e Živić non si hanno ulteriori informazioni. Dopo l’ottobre del 1917, con lo spostamento del fronte del 149° Landsturm, non si hanno più notizie.
Gli altri reparti
Nel settore dell’attuale parco tematico del Bombaschgraben sono numerosi i reparti che si susseguono nei tre anni di guerra. I primi uomini accorsi a difendere il settore sono i Salzburger Freiwilligen Schützen (tiratori volontari salisburghesi) comandati dal Maggiore Wittek. Questi soldati, perlopiù giovani e anziani, subiscono numerose perdite soprattutto nel periodo iniziale del conflitto. Questo reparto ottiene il suo battesimo del fuoco nella zona di Pontebba-Pontafel, probabilmente durante le incursioni e i pattugliamenti in paese. Nello stesso luogo alcune compagnie del 7° Reggimento Fanteria provenienti da Hermagor iniziano i lavori di realizzazione delle postazioni e i primi ricoveri per la truppa.
Distintivi da colletto per volontari Salisburghesi, Stiriani e Carinziani rinvenuti in una buca adibita a discarica tra i baraccamenti di retrovia.
Grazie alle fonti cartacee reperite si può risalire che anche il 37° reggimento fanteria è tra le prime linee del Bombaschgraben, oltre al 41° Landsturm. Da non dimenticare la presenza di una compagnia Pionieri, l’equivalente italiano del Genio militare, la 6/3 Pion. Komp del Capitano Urbanek. Questo reparto è importantissimo per la realizzazione di strade, ponti ma soprattutto teleferiche situate tra Passo Pramollo e il Bombaschgraben. Risultano infatti ben quattro le strutture realizzate, anche se una quinta, situata tra Im Loch e Cit, potrebbe essere stata realizzata dallo stesso reparto. A questi lavori partecipano numerosi prigionieri di nazionalità russa.
L’apertura del sito
I volontari dell’associazione “Quello che le montagne restituiscono” sono costantemente impegnati nella manutenzione e nel ripristino dei manufatti presenti nel parco tematico e nel 2024 sono stati impegnati diverse giornate nel lotto di Villa Gaby. Grazie a questi interventi il settore è fruibile e visitabile dal 6 luglio 2025. Nel 2024 sono stati 63 i giorni di lavoro nel lotto “In treue fest” per un totale di 387 ore.
Testo di Del Negro Simone