Cronaca dal 1914 al 1919

  1. Prima di iniziare la cronaca è doveroso specificare che per quanto riguarda la distruzione di Pontebba a mezzo dei bombardamenti, questi, non sono da imputarsi solo ai “nemici” ma anche ai nostri soldati. Su questi ultimi, non ci sono colpe, nemmeno per la spoliazione delle case, in quanto lo fecero in gran parte per necessità.
  2. Settembre, prime avvisaglie della imminenza del I° conflitto mondiale, il sindaco Dott. Pietro Di Gaspero Rizzi riceve richiesta riservata di fornire un nominativo di persona fidata ed intelligente, che doveva fare da guida ad un ufficiale superiore dell’esercito italiano. Viene scelto ed indicato subito Cappellaro Giuseppe detto “Schiatulin”, guardia boschiva, profondo conoscitore di tutta la zona e cacciatore dal tiro infallibile. Allo scoppio della guerra allo “Schiatulin” viene fatto indossare la divisa come guida militare scelta della zona.
  1. Il 2 di aprile Arturo Zardini – interventista – compone parole e musica di “Inno agli Alpini” . L’Inno che è chiaramente patriottico e antiaustriaco viene cantato dal coro vicino il ponte del confine, l’indomani il maestro viene avvisato segretamente da persona fidatissima di non varcare più il confine, altrimenti di là lo attendono l’arresto e l’internamento.

 

 

  1. Mentre Pontebba si informa tramite il suo sindaco con le autorità superiori sull’evolversi degli eventi, senza risultato alcuno, di là – a Pontafel – domenica 16 maggio, viene esposto un avviso dell’Autorità Militare Austriaca invitante la popolazione allo sgombero del paese. Un avviso che permette di esser pronti all’evacuazione con ampio margine, cosa questa non concessa a Pontebba italiana.

 

  1. Il 20 maggio viene evacuata tutta la popolazione di Pontafel, a Pontebba: ossia in Italia non è arrivato alcun ordine, pertanto la gente continua sperare che il pericolo della guerra sia stato esagerato.

 

  1. 21 maggio, arriva l’ordine di evacuazione anche a Pontebba, entro la giornata devono partire ammalati, vecchi, donne e fanciulli. Ai partenti è concesso di portar seco solo una valigia e qualche sacca a mano, sui treni allestiti per lo sgombero erano vietati: merci, masserizie o semplicemente bagagli.

 

  1. 22 maggio, alle 15 parte l’ultimo treno con gli ultimi pontebbani, lo stesso treno si ferma al casello di Pietratagliata per caricare la popolazione del borgo, colpita anch’essa dall’ordine di evacuazione immediato, 400 persone circa. La sera partono verso Gemona le 200 vacche appartenenti alla gente della frazione, alla mandria si aggiungono anche quelle dei Piani e di Pontebba. Da qui al 1919 le strade della profuganza pontebbana saranno diverse. dapprima la popolazione si stabilirà in vari comuni del comprensorio: da Chiusaforte a Udine, poi nell’autunno del 1917 la maggior parte dei paesani che riusciranno a passare il Piave sarà profuga a Firenze e anche in altre zone, un po’ di tutt’Italia.
  1. Domenica 23 maggio la sede municipale trasferitasi a Moggio, comincia ad organizzare la distribuzione dei primi soccorsi ai profughi.

  1. Martedì 25 maggio, nella mattinata gli austriaci fanno “saltare” il ponte stradale e ferroviario e altri ponti ferroviari lungo la linea, nei pressi di Malborghetto. Osservazioni fatte dalle truppe italiane sul monte Slenze (Pietratagliata).

1915. Mercoledì 26 maggio, cominciano i primi bombardamenti italiani, obbiettivi: il monte Mallurch (odierno Malvuerich) e lo Scalzer (la sella del monte Brizzia

1915.Verso le ore 10 antimeridiane del 12 giugno la batteria di Pietratagliata spara sull’artiglieria nemica, mentre da Dogna i 305 cominciano a bombardare Malborghet, alle 4 pomeridiane viene colpita una polveriera, fuggi fuggi degli abitanti nelle vicinanze..

1915.Il 16 giugno bombardamento su Malborghet e postazioni batterie di montagna, dal 21 inizia il fuoco con i 305 del forte Hensel.

1915.Il 29 luglio Gli italiani sparano sul Mallurch (Malvuerich) e sulle postazioni del rio Bombasc, gli austriaci con le batterie sparano i primi colpi sulle trincee di San Rocco.

1915.Il 4 luglio gli austriaci iniziano i bombardamenti su Pontebba, vengono colpiti: la stazione ferroviaria e le scuole, per contro gli italiani rispondono con i 149 sparando sul campanile di Pontafel.

1915.Il 25 luglio viene bombardata Pontafel, 5 case vengono distrutte dal fuoco.

1915.Il 7 settembre ore 11 un aeroplano nemico sorvola Pontebba e va a sganciare le sue bombe a Dogna. Il 14 due aerei sganciano due bombe su Pietratagliata.

1916. 2 giugno, furioso bombardamento effettuato con pezzi di artiglieria di vari calibri, molte case situate al di sopra del ponte della ferrovia (nella odierna Via Zardini e Via della Pace) si    incendiano.

1917. In gennaio muore presso il Seminario di Udine Mons. Silvio Beorchia, pievano di Pontebba.

1917. 26 e 27 ottobre, la poca popolazione della zona, (compreso gli sfollati di Pontebba), partono in massa per passare il Piave e raggiungere luoghi italiani più sicuri.

1917. 28 ottobre, grande confusione tra la popolazione, si ritirano le truppe.

1917. 29 ottobre, grande disperazione, partono le ultime truppe e l’ultima parte di popolazione, a Pietratagliata vogliono comunque rimanere la Signora Pittino Rosalia Wilma e la  madre di Giuseppe Cappellaro (guida militare a Pietratagliata e zone limitrofe). Con la disfatta di Caporetto, il Municipio e gran parte dei Pontebbani , abbandonano Moggio e si trasferiscono, sino alla fine della guerra, a Firenze. Chi non ha fatto tempo a passare il Piave, rientra a Pontebba sotto l’occupazione austriaca.

1919. Il grosso dei pontebbani, profughi per l’Italia comincia a rientrare, la disperazione è tanta, il paese è gravemente devastato. Pontafel è quasi tutta distrutta, Pontebba per oltre un terzo, le case rimaste sono inutilizzabili. Queste le cifre di Pontebba: 133 case atterrate dalle fondamenta, 119 rese affatto inabitabili e solo 44 parzialmente riattabili, stessa la sorte delle Frazioni. Ecco come esprimeva la sua amarezza il pontebbano Arturo Zardini, appena rientrato in paese dalla profuganza:

 

A Pontebba

 

Grande è il dolore di una madre

che in guerra perde il figlio

ma più grande è di Pontebba

Che trattata l’hanno  così.

Loro, tutto quanto hanno portato  via,

hanno distrutto, il resto bruciato

il Croato: brutta genia,

in questo modo ci ha trattato

 

 

 

  1. 24 Dicembre, dal numero speciale del Gazzettino Illustrato “La martire del Friuli : Pontebba di E. Clarice Pedrocco”. Le condizioni in cui Pontebba viene ora a trovarsi dopo gli avvenimenti storici recenti (Prima guerra mondiale), dovrebbero esser oggetto di attenzione da parte del Paese! Asportata la Dogana ch’era la fonte di una secolare floridezza, Pontebba così non sarà più desinata a rivivere lo splendore d’un tempo! La sapienza politica non rimanere indifferente a questo fatto,deve provvedere in qualche modo all’avvenire economico della piccola terra montana,resa sacra dal suo martirio, che tutto offerse di sé, e fu per anni teatro di lotte cruente, ed oggi combatte strenuamente per impedire l’assorbimento dell’elemento slavo! Bisogna ammirare questa piccola terra eroica, in una lodevole ripresa spirituale, come vampata d’orgoglio, solleva fuori dai cumuli delle rovine, l’ardore infaticabile per la restaurazione di se stessa, spinta dalla cruda necessità – senza appoggi, lungi dal fascino delle capitali e compatta nella gloria del braccio e del pensiero! E’ ritornata alle sue notevoli industrie, quella del ferro battuto e della lavorazione meccanica del legno, nonchè all’incipiente ma penetrante arte del ricamo, cui si applicano la maggior parte delle fanciulle pontebbane, metodicamente insegnato nella scuola professionale «principessa Giovanna di Savoia» di nuova istituzione! ”